Con lievi mani. Artiste tra le pagine dei libri nella collezione Luciano De Donati, 24.10-29.11.2020

a cura di Valentina Lazzaro

La mostra propone una selezione operata nell’ambito della collezione De Donati: tra libri, disegni, incisioni, fogli d’autore e riviste, le artiste presenti in mostra sono protagoniste moderne, visionarie, eleganti e ambiziose, permettono di riscoprire la bellezza della pagina e rafforzano la presenza femminile nel più ampio panorama artistico nazionale e internazionale, posizionandosi in un repertorio che è il risultato di uno scrupoloso riconoscimento anche di genere. In assonanza con la sprezzatura che scardina il perbenismo e ne denuncia i limiti, si esprimono in un linguaggio corsivo, spesso freddo e distaccato, incisivo nel tramandare una visione diversa e talvolta polemica del mondo, senza privarsi della levità di un segno ricercato, studiato e di una parola raffinata.

Per l’occasione il catalogo edito dal Museo Civico, con un testo critico di Maria Gioia Tavoni, scheda le sessanta opere presenti in mostra, gettando uno sguardo, seppur parziale, alla produzione contemporanea delle artiste attraverso l’editoria. Tra le pagine della collezione incontriamo artiste di fama nazionale e internazionale: Sonia Delaunay con una pittura sperimentale fatta di forme geometriche, Sophie Calle che racconta un’intimità e una quotidianità al limite dell’ossessivo attraverso la fotografia. Si demoliscono i clichè femminili con Pipilotti Rist e la sua opera allucinatoria. Ampio spazio è dedicato alle artiste che tra gli anni Sessanta e Settanta hanno rivolto particolare attenzione alla sperimentazione verbo-visiva: Irma Blank, Betty Danon, Ketty La Rocca e Mirella Bentivoglio, alla ricerca del cambiamento, oltrepassando i limiti tra maschile e femminile, annullando le differenze di genere e ribaltando i valori di una società, in quegli anni, nettamente maschilista. Sono un esempio Bianca Pucciarelli Menna che con lo pseudonimo maschile Tomaso Binga e intelligente ironia smonta le immagini convenzionali del femminile, e Libera Mazzoleni che attraverso le proprie fotografie rende il corpo della donna protagonista e non più oggetto dello sguardo maschile. In mostra sono presenti, tra le altre, Maria Lai, Franca Ghitti, Carol Rama, incisioni, disegni e fogli sciolti appartenenti ad alcune riviste d’arte cruciali nella ricerca tra gli anni Cinquanta e Ottanta del Novecento e ancor oggi punto di riferimento per lo studio delle avanguardie.

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