Incisioni di Agostino Arrivabene & Edoardo Fontana, 25-27.10.2019

a cura di Silvia Scaravaggi

Le opere di Agostino Arrivabene (Rivolta d’Adda, 1967) ed Edoardo Fontana (Milano, 1969) hanno come punto di riferimento condiviso il mito, una non comune capacità tecnica e una cura meticolosa per l’impaginazione. Nell’esposizione di Crema dell’ottobre 2019 sono presentati due trittici che parlano di due temi antichi e perpetui: il mito greco delle origini in Arrivabene, un simbolo controverso della tradizione religiosa, della letteratura e delle arti figurative in Fontana.

La Nyx di Arrivabene è una madre, gravida e germinante, ha il capo alato e un manto di capelli fitto di fiori, papaveri. Hypnos ha le ali e regge il frutto di un papavero. Thanatos, fratello gemello, sospeso trattiene un teschio nella mano destra e altri tre ne fa ruotare attorno al suo capo: è leggera la morte attorno a lui, perché ciclica. La trilogia contiene alcuni dei temi e degli elementi che si sviluppano e attraversano tutta la creazione di Arrivabene: il mito e l’onirico, la caducità e l’oltre, la conoscenza e il mistero. Le incisioni di Arrivabene sono affiancate da una immagine in consonanza per questa particolare qualità, essere fuori dallo spazio e fuori dal tempo: è Salomè, la figlia di Erodiade, la giovane donna soggetto delle xilografie di Edoardo Fontana. Una figura femminile che, originata nelle scritture dei Vangeli, si trasforma nei secoli nella letteratura, nella poesia e nelle arti visive, con innumerevoli sfumature, riferimenti, interpretazioni che la rendono ambigua, colpevole involontaria e volontaria di un male ineluttabile.

Torna in alto