Un viaggio lungo settecento anni. Immagini per la Divina Commedia, 18.09.2021-09.01.2022

a cura di Chiara Nicolini ed Edoardo Fontana

Immagini dall’allestimento della mostra

La mostra, allestita nella pinacoteca del Museo Civico di Crema e del Cremasco, con il patrocinio di Fondazione Biblioteca di via Senato e di Aldus Club è pensata per proporre una significativa lettura dell’illustrazione nata attorno al testo dantesco, proprio nel cruciale 2021, settecentenario della morte del poeta fiorentino. Partendo dal patrimonio librario cremasco che può vantare un codice miniato (XIV secolo), alcune cinquecentine − tra le quali l’importante edizione stampata e illustrata da Francesco Marcolini (1544), xilografie che si pongono a modello della figurazione dantesca moderna −, le note interpretazioni calcografiche di John Flaxman (1823) e Federico Faruffini (1865), con il contributo, appunto, della prestigiosa collezione della Biblioteca di via Senato e di alcuni collezionisti privati, l’esposizione racconta i sette secoli di illustrazione dantesca in un percorso non privo di sorprese. Così, vicino alle incisioni di Giacomo Macchiavelli e di Luigi Ademollo si possono ammirare le surreali composizioni di Dalì (prestiti Biblioteca di via Senato), e insieme alle traduzioni xilografiche, romantiche e pre-simboliste, dei disegni di Dorè, le rarissime calcografie neoclassiche di Sofia Giacomelli.

Il Novecento è introdotto dalla nota edizione Alinari (1902-1903), una vera antologia dell’illustrazione italiana dove si cimentarono, rispondendo a un concorso, tutti i maggiori artisti italiani – tra questi Duilio Cambellotti, Adolfo De Carolis, Giorgio Kienerk, Alfredo Baruffi. Le medesime illustrazioni sono riproposte in una collezione di cartoline, difficili da trovare riunite, ed edite da Alterocca a Terni (1903), anche queste presenti nel percorso. Esposta anche una rarissima edizione illustrata dalle xilografie di Herman-Paul de l’Enfer (1924) tradotto in rime francesi e prefato da Gabriele D’Annunzio. Ancora sull’Inferno si è concentrato Marco Carnà ne Il visibile Parlare (1993) di cui sono esposte anche alcune tavole originali. Originali anche i disegni di Ina Zueff (1970 circa), autrice di un apparato iconografico composto da 100 tavole mai pubblicate. In mostra, altresì, una Commedia appartenuta a Winifred Terni de’ Gregorj e ora parte della Collezione di Palazzo Terni de’ Gregorj, con una copertina miniata a mano dalle manifatture artigiane dei Giannini di Firenze (1910 circa)

Insieme ad alcune litografie e illustrazioni di Alberto Martini è posta una edizione della Commedia in olandese, illustrata da Charles Eyck (1924-1931), i disegni di Edmond Van Offel (1900) e la traduzione danese con le xilografie di Ebba Holm (1929): una intera sezione è dedicata dedicata alle rare artiste che si sono cimentate nell’illustrazione della Commedia, partendo dalla già citata Giacomelli e dalle figurazioni tardo-preraffaellite di Phoebe Anna Traquair (1890), passando per le miniature di Monika Beisner riprodotte in un’edizione Valdonega del 2007, i pastelli di Juje Hudig, per arrivare a due recenti adattamenti per bambini corredati da disegni di Valentina Canocchi (2007) e Maria Distefano (2007).

Amos Nattini (1931-1939), con le sue Imagini per la Divina Commedia, che lo impegnarono per oltre vent’anni, è uno dei fulcri della mostra. Nel focus a lui dedicato si possono vedere i tre volumi delle cantiche contenute nel leggio disegnato da Giò Ponti ed, esposte per l’occasione durante il restauro delle legature, alcune delle tavole eliotipiche insieme a pubblicazioni originali, tra cui spiccano le Imagini per le Canzoni delle Gesta d’Oltremare con i testi di Gabriele D’Annunzio, vero deus ex machina dell’edizione della monumentale Commedia, disegni originali e documenti inediti.

Infine, Agostino Arrivabene presente con alcuni bozzetti per le 30 tavole (10 per cantica) delle sue oniriche e visionarie tecniche miste di prossima pubblicazione.

La mostra è l’occasione per verificare come il gusto del tempo abbia potuto trasfigurare la materia poetica e contemporaneamente Dante abbia, in modi sempre diversi, condotto per mano gli artisti in un eterogeneo percorso visionario e ideale, talvolta lungo un’intera stagione della vita – come nel caso di Amos Nattini – di chi lo abbia coraggiosamente intrapreso. Alla mostra sono affiancati un catalogo, pubblicato dal Museo Civico, conferenze e convegni.

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